“Sabato pomeriggio ho finalmente avuto l'occasione di visitare la Mecca del Videogioco e posso confermare che (...) la Mecca non è un museo. O meglio non è solo un museo, è molto di più. E' la passione di persone che amano veramente quello che fanno, perché fa parte del loro dna e amano condividerla con gli altri, sotto forma di storia e cultura del videogioco. Senz'altro la Mecca è una piccola realtà, ma la sua essenza è qualcosa di grande, qualcosa che fa parte di tutti i veri appassionati del videogioco e qualcosa che senz'altro crescerà col tempo, grazie all'affetto e alla passione dei veri amanti dei videogames”.
La filosofia del museo è ben rappresentata da questo messaggio lasciato su Facebook da un visitatore. Ringraziandolo di cuore analizziamo le parole chiave:
Il nostro primo obiettivo è far si che si respiri PASSIONE. Senza questo ingrediente l'”avventura” non sarebbe nemmeno partita.
Questo è il secondo obiettivo del museo. Una collezione è sorretta da una grande passione e una grande pazienza nel cercare i vari pezzi, ma è autoreferenziale, privata, relegata a pochi intimi. Un museo "classico" è accessibile a tutti e di certo più completo, ma anche freddo, impersonale, con scarsa se non nulla interazione con l'esposizione o altri appassionati presenti. In più è a pagamento. Questo museo vuole mettere insieme i lati positivi di entrambi: la passione e la ricerca del collezionismo privato e l'accessibilità e la divulgazione del museo. Condividere è uno dei valori cardini, e per questo l'ingresso è e sarà sempre gratuito.
Come in un museo che si rispetti tutto il materiale esposto è catalogato con estrema cura e precisione. Talvolta non manca un pizzico di ironia ma ci teniamo a far comprendere al visitatore che il videogioco fa parte di una cultura che ha creato vere e proprie opere d'arte.
Non siamo partiti con l'idea di fondare il museo più grande della storia ma di cercare di fare le cose fatte bene a piccoli passi. Non inseguiamo la gloria della grande città ma ci piace l'idea di conoscere l'appassionato vero, quello a cui non importa che ci sia un usciere in divisa sulla porta ma che una volta entrato si senta parte di qualcosa, si senta un po' 'a casa'. Qui troverete l'odore delle scatole dei giochi, le bruciature di sigaretta sui coin op, qualche cavetto bruciato, alcune riviste sgualcite, proprio come avveniva nei “luoghi” dove questa cultura è nata. Un'impostazione un po' nerd, che fa parte di quella cultura con la quale siamo cresciuti. E poi, a pensarci bene, i nostri vissuti legati ai videogiochi sono sempre stati confinati in piccoli spazi fisici... compensati però dai grandi spazi emotivi delle nostre mille vite vissute.
L'impostazione è come quella di un videogioco, quello che visiterete è il primo livello al quale ne seguiranno molti altri. Dato che ci teniamo a migliorare continuamente abbiamo previsto un omaggio videoludico per tutti i visitatori che compileranno il modulo su come rendere il museo ancora più bello. Aspettiamo tutti i vostri commenti. Stay tuned!
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(coming soon)